Ritorno in terra d’Italia con una valigia piena di nomi e di sogni, non sono partito per questo?
Il mio pellegrinaggio verso l’altro continua, ogni passo riempie ogni singola cellula di nuove energie, emozioni meravigliose, bellissime, non sono partito per questo?
Lo sai già Daudi che non si può ritornare? Hai cambiato il tuo nome, ti sei mescolato nella gioia, nel dolore, nella fatica in quell’altro che cercavi, non sei partito per questo?
Si Daudi, è per questo che sei partito, per la tua valigia di sogni e di nomi, Gregory, Mende, Julius, Masare… Kondoa, Dodoma, Dar es-Salam… Ogni persona un intero mondo, ogni città un groviglio di storie, speranze, di vita che cammina immersa in un energia incontenibile.
Ritorno a Padova, “persone” si dobbiamo scriverlo, ciò che sembra così scontato a seimila chilometri di distanza, la valigia di nomi e di sogni lo ritrovo in questa mostra, ogni persona un mondo, un intreccio di strade, destini, speranze e sogni. Come fare a non innamorarsi di ogni altro possibile? proprio perché altro, anche e soprattutto se la distanza dal tuo io sembra invalicabile.
Ascolto dalla voce dei miei ricordi, la voce di tutti i volti che ho incontrato, riascolto le lacrime e la gioia di chi ha camminato anche solo per qualche momento vicino alla mia strada, sento il traffico di Dar es-Salam, i centri giovani di Dodoma e Kondoa, i Bambini di Haubi, la rabbia, la gioia, le strade, le lacrime, la vita, il silenzio, il vento.
Come fare a non innamorarsi di tutto questo?
Come fare a non pensare che sia proprio questa l’unica fra tutte le strade possibili in cui potevo camminare?
Daudi
sabato 10 maggio 2008
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