domenica 9 novembre 2008

GRAZIE MAMA AFRICA!

L'ultima canzone per i SUD del Mondo


Voce leggendaria del continente africano e simbolo della lotta all'apartheid, Miriam Makeba, è morta in Italia a 76 anni, una volta lasciato il palco di Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove aveva appena cantato in un concerto a sostegno dello scrittore Roberto Saviano, minacciato dalla camorra.

Conosciuta in tutto il mondo come "Mama Africa", Miriam Makeba nasce a Johannesburg il 4 marzo 1932 e si impone come cantante nel 1959, durante una tournèe negli Stati Uniti con il gruppo sudafricano "Manhattan Brothers". A 27 anni lascia il Sudafrica per necessità di carriera, senza immaginare che sarebbe stata poi bandita per le sue posizioni contro l'apartheid. Nel 1960 cerca di rientrare, per il funerale della madre, ma le autorità le tolgono la nazionalità. A seguito di questo bando, Makeba vive 31 anni in esilio, negli Stati Uniti, in Europa e in Guinea.

Fu la prima donna nera a vincere il Grammy Award per l'album "'An Evening with Belafonte/Makeba", inciso insieme a Harry Belafonte nel 1965. Due anni dopo arriva la fama mondiale con 'Pata Patà, ispirata a una danza in una baraccopoli. Nel 1968 sposa il leader delle Pantere Nere, Stokely Carmichael. L'evento solleva controversie negli Stati Uniti e Makeba si vede annullare i contratti discografici. Carmichael e Makeba si trasferiscono in Guinea. Il matrimonio dura però pochi anni: nel 1973 Makeba si separa e riprende a cantare, soprattutto in Africa, Sudamerica ed Europa.

Dopo la morte della figlia Bongi, nel 1985, "Mama Africa" si trasferisce in Europa, dove rimane fino al 1990, quando la liberazione di Nelson Mandela la convince a rientrare nel suo Paese. Ma passano sei anni prima che esca il suo nuovo disco, "Homeland", in cui racconta sempre l'apartheid, ma anche la gioia di essere tornata nel suo paese. «Ho mantenuto la mia cultura, ho mantenuto la musica delle mie origini - ha scritto nella sua biografia - grazie a questo sono diventata questa voce e questa immagine dell'Africa e del suo popolo, senza esserne cosciente».

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